Mango bars



In origine è Lemon bars... da tempo lo tenevo in vista, lo hanno pubblicato tanti blog che seguo, in sostanza si tratta di una base di frolla con della crema di limone, ovvero un buon lemon curd. Il taglio a barrette lo caratterizza e lo rende anche particolare, come dire alternativo alla solita fettina di torta.
Ho notato che non ne esiste una versione Standard, ma piuttosto in rete ho trovato varie ricette, per la frolla che ne fa la base, a volte anche molto diverse tra loro.
Quindi mi butto per una mia interpretazione, qui pubblicata a favore di chi ama la leggerezza. Nella frolla non ci sono né burro né uova, dato che già sono presenti nel curd, che per l'occasione ho preparato usando del mango. Alla faccia del kilometro zero, l'altra settimana era in offerta al supermercato ed ho deciso di assaggiarlo, ero molto curiosa.
Non so come mi sia scattato di farci del curd, però in rete qualcosa c'è. Io ho preso la ricetta pubblicata dal Cavoletto di Bruxelles. E' molto buona, del resto il curd è una crema che può essere fatta con qualsiasi frutto acidulo, io l'ho già preparata al classico limone, all'arancio, al mandarancio ed ai frutti rossi. Non mi delude mai.

Mango bars con frolla light


per la frolla
250 gr. farina 00
125 gr. ricotta
125 gr. zucchero di canna chiaro
scorza grattata di limone -io gocce di essenza-

per il mango:
1 mango maturo, pelato e frullato
2 tuorli
60 gr. burro
60 gr. zucchero di canna chiaro
gocce di essenza di limone

Preparare il curd sciogliendo a fuoco bassissimo, il burro con lo zucchero, poi stemperare i tuorli velocemente per evitare che cuociano, aggiungere la polpa di mango e le gocce di essenza. Continuare a frustare, a fuoco debole per alcuni minuti, finché si addensa un poco. Raffreddandosi diventa un po' più consistente.
La frolla light si prepara impastando -anche nel mixer o nella vostra planetaria- tutti gli ingredienti velocemente. Stenderle con le dita o con l'aiuto del fondo di un bicchiere, l'impasto su cartaforno dentro una teglia rettangolare. Queste dosi sono perfette per una teglia grande come un foglio A4 -circa 21 cm. x 30). Si crea uno strato spesso un dito e si distribuisce il curd.
Cuocere in forno a 190° per circa 30 minuti statico. La crema deve restare del suo colore e presentarsi ben ferma.
Lasciar raffreddare bene, prima di procedere al taglio delle barrette: consigliati un coltello molto affilato e tenuto pulito e bagnato per ogni taglio. Le ho trovate molto buone e semplici, la cosa più difficile è tagliarle bene :)

Fiori Rosa... di frangipane all'uva rosata e profumo di Passito


Sempre in zona cesarini? Sempre all'ultimo minuto?
E pensare che, dal punto di vista di chi "indìce" un contest, è una soddisfazione grandissima aprire la prima ricetta che arriva. Davvero. Per questo mi complimento con le donne che riescono a pensare alla loro ricetta durante quegli otto giorni che precedono l'apertura dell'MTC di ogni mese, e poi riescono anche a farla! Io non so quando potrò arrivare a tanto!
Per me è un tormentone, quello di arrivare sempre l'ultimo giorno per molte delle cose che faccio però voglio esserci. Non che il mio contributo possa in qualche modo portare novità, ad ognuna di queste tornate vedo cose sempre più "meraviglievoli", è proprio il caso di inventare un vocabolo per dire quanto alcune blogger abbiano intuizioni felici e di grande ispirazione per tutte noi.
E poi voglio anche dire che, ogni volta, noto come l'etere che sta sopra di noi sia una sorta di territorio comune, uno spazio dove vanno a stare le nostre idee, i nostri pensieri, le ricette in fase di gestazione... e quanto questo spazio venga in qualche modo "visto" da molte di noi. Questo spiega come può accadere che le stesse pensate accomunino molte ricette. C'è chi direbbe che in cucina non si può inventare più nulla e che anche cambiando l'ordine dei fattori, i risultati alla fine non posso che essere quelli. Ma non è solo così :)
Questo mese l'argomento era molto dolce, una torta frangipane, mai fatta in vita mia, nemmeno assaggiata, almeno per avere un termine di paragone. Però un riferimento, di quelli giusti e con tanto di garanzia, è Ambra. Non ho fatto voli pindarici, tranne forse un lavoretto di manualità...  comunque resto nel circuito del colore, dato poi che avevo il frigorifero zeppo di barbabietole da smaltire, e non solo loro a dire il vero, ho pensato in rosa... ma và!

Fiori Rosa di Frangipane all'uva rosata
al profumo di Passito



per la frolla in rosa senza uovo
(è una dose abbondante rispetto alla crema frangipane)

100 gr. farina di riso
100 gr. farina kamut
100 gr. farina 00
60 gr. polpa di barbaietola frullata finemente
150 gr. zucchero
150 burro
gocce di essenza di limone

per la crema frangipane
La ricetta di Ambra:
- 100g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
- 100g di burro appena ammorbidito
- 100g di zucchero semolato
- 1 uovo
- 30g di fecola di patate/maizena
- 1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio:
io l'ho sostituita con
con due cucchiai di Passito di Pantelleria

per la composta di uva rosata
1 grappolo d'uva rosata
1/3 del peso, di zucchero bianco
poca scorza di limone



Preparare la frolla, come è di consuetudine mia l'ho fatta con il mixer, per me il bimby: ho messo tutti gli ingredienti insieme e fatto andare a velocità 4-5 per circa 30 secondi. Unica nota, data la piccola quantità della barbabietola, l'ho passata usando un mixer più piccolino (anche il minipimer è perfetto) facendola prima a dadini ed aggiungendo un poco di acqua se serve per amalgamare meglio la polpa. Formare una palla con l'impasto ottenuto e metterla a rassodare in frigo. Io l'ho preparata il giorno prima.
Preparare la crema frangipane, dal post di Ambra:
Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo leggermente sbattuto e il passito sempre lavorando la crema, incorporare la farina di mandorle (o le mandorle precedentemente tritate finemente nel mixer con un paio di cucchiai di zucchero) poco per volta e la fecola (o maizena), continuando a montare.
Preparare la composta, pulire gli acini d'uva e tagliarli, toglierne i semi e cuocere con lo zucchero, fino ad addensare il composto. A questo punto passare il tutto con il minipimer e lasciare raffreddare. NB: va da sé che al di fuori dell'MTC, questa composta è sostituibile con una buona marmellata, magari delle vostre di stagione!
Stendere la frolla, che sia molto fredda e compatta, su un foglio di cartaforno, fino ad uno spessore di circa 4 mm.. E' piuttosto sottile per una frolla, per questo la temperatura bassa aiuta a mantenere un certo grado di compattezza ed evitare che si stracci nel maneggiarla.
Usando un coltellino tipo spilucchino, ritagliare una sorta di quadrifoglio, come una croce templare che abbia però i contorni arrotondati.
Aiutandosi con una spatola infarinata, staccare ciascun fiore dalla cartaforno ed adagiarlo nello stampino in alluminio: calandolo delicatamente negli stampini (quelli in alluminio del creme caramel) i petali si avvicineranno e aderiranno perfettamente alle pareti.. Attenzione che per arrivare a questo risultato serve prendere due misure di riferimento "prima" di ritagliare la frolla. Disporre sul fondo un cucchiaino di composta d'uva e procedere poi con la frangipane, riempiendo per 3/4. Decorare con delle scagliette di mandorla, che rimarranno croccanti e daranno al tutto una nota anche aromatica. Cuocere in forno caldo a 180° per circa 15 - 18 min, o secondo il vostro forno. Un ringraziamento ad Ambra, non conoscevo questo dolce, ma stasera gli amici a cena hanno molto gradito :) e pure i bambini, a rubarsi un petalo ciascuno!

La ricetta, ovviamente, è per l'MTC di Aprile, insieme ad Ambra di Il gattoghiotto.

Think Pink... The Winners!

Carissimi amici, anche Aprile è ormai finito e con lui il nostro appuntamento, per l'occasione di rosa vestito, che ha prodotto i suoi frutti. E che Frutti!
Questo mese sono entrate in concorso ben centouno proposte, tutte magnificamente ROSA... il vostro "rosa pensiero" ha saputo meravigliarci per ben centouno volte!
Lo devo confessare, anche questa volta è stato difficile, ma ormai non stupisco più nessuno di voi; chi segue almeno un poco le ricette che partecipano ogni mese, avrà constatato che il livello delle proposte è sempre alto: ricette piene di creatività, accostamenti di gusti e di contrasti nuovi, a volte azzardati, ma sono sempre ricette che ci riempiono di stupore. Con Valentina ci siamo confrontate, scoprendo ancora una volta quanto il nostro modo di vedere arrivi a convergere sulle stesse ricette. Per ognuna di voi, centouno GRAZIE!

Ma ora, rullino i tamburi, silenzio in aula...

prima classificata


Petto d'anatra con mele e sciroppo di mirtilli di Roberta del Blog La valigia sul letto
Gli ingredienti scelti ed accostati, il mix di sapori, dolci ed aspri, il rosa ottenuto con lo sciroppo, la presentazione... qui tutto parla di Grande Stile


seconda classificata


Tartare di palamita e mortadella di Cristina del blog Poverimabelliebuoni
anche qui gli ingredienti, dal colore proprio, il rosa, il colorato streusel per una nota
croccante e la salsa... bello davvero

terza classificata


Salmone con asparagi rosa e crema alla rapa di Valentina del blog Ritroviamoci in cucina
il salmone con gli asparagi (rosati) sono un ottimo accostamento e poi, molti piccoli dettagli per il rosa, con le gocce di acqua colorata per il condimento, sfumature diverse e molto belle insieme



Ed ecco qua invece, le nostre COPPE PINK!

NO-LIMITS Pink per le Ladies marmalade...
Emi e Cecilia, una settimana in rosa con sei ricette



Rosa-ROSE-Rosis per la Torta alla rosa e fragola di claudia - Verdecardamomo -
A tanta bellezza non servono parole



VELVET per la Coda di rospo affumicata, chips e maionese in rosa di Serena - Pici & castagne
... quella salsa senza uova!



FRESHNESS per la Temarisushi and pink di Monique - La cucina di Monique
molto fresca e intrigante


Che dirvi, carissime, continuate così!! Ed ora, tutti a vedere i menù che Valentina ci propone prendendo spunto dalle vostre chicche e che il primo Maggio aprirà le danze del prossimo colore.


Panbrioche delle sorelle Simili con li.co.li





Domenica ho incontrato Chiara, alias Kika del blog Chicche di Kika... finalmente, dopo tanto tempo che ci si segue in questo mare virtuale che è la blog sfera, ogni tanto si possono anche vedere i visi, sentire le voci, condividere piccoli pezzi di vita e di passioni :)
 E' stato molto bello, è una ragazza dagli occhi incredibili, che quando ti guardano ti avvolgono di dolcezza. Mentre chiacchieravamo, i miei due bulldozer hanno avuto modo di farsi riconoscere anche da lei, ora ho un po' di comprensione in più da qualche cuore amico ;)
Chiara mi ha fatto un piccolo regalo: un vasetto di lievito madre in coltura liquida, figlio del suo Alfie... che io ho battezzato JR... il mio terzo figlio.  Si, perché panificare con questo è come aver cura di un piccolo neonato, non esagero ma ci si va molto vicini.
Cure daltronde ampiamente ripagate quando poi si riesce a fare queste cosucce, che anche solo il sentirne il profumo spandersi per casa ti riempie il cuore! 

Ho copiato da Chiara questa ricetta, tratta dal blog di Anna, C'è di mezzo il mare, che spiega molto bene le idee sul lievito madre in coltura liquida e che ha trovato un modo per non buttare niente in fase di rinfresco... gli pseudo-rinfreschi: 
50 gr. di li.co.li. -dal vasetto gentilmente donato da Chiara, 20 gr. di farina e 20 gr. di acqua + 4/6 ore di riposo a temperatura ambiente = primo rinfresco. Altri 20 gr. di acqua e 20 gr. di farina + altre 4/6 ore di riposo = secondo rinfresco. Un terzo rinfresco uguale al secondo e si arriva così a circa 160 gr. di lievito liquido molto molto arzillo. 
Qui potete ammirare il panbrioche ottenuto seguendo la ricetta di Chiara, ovvero di Anna 
riadattata da una versione delle sorelle Simili.

Panbrioche delle sorelle Simili
con il lievito madre in coltura liquida




Ingredienti:
260 g di farina di forza (manitoba)
160 g di lievito liquido (licoli) molto attivo (rinfrescato con pseudo-rinfreschi)
45 g di burro
80 g di latte
10 g di zucchero 
1 cucchiaino di miele
3 g di sale
1 uovo
latte e zucchero per pennellare in fase di cottura


Sciogliere il lievito liquido con il latte e le uova, aggiungere il miele, lo zucchero e quindi la farina setacciata e impastare a lungo, io ho fatto con il bimby e per questa operazione bastano meno di due minuti. Durante questa fase unire il burro a pezzetti ed il sale e continuare ad impastare fino ad incordatura.
Mettere l'impasto in una ciotola di vetro appena unta e far lievitare in luogo tiepido (ideale il forno spento ma con la luce accesa) per il tempo necessario a raddoppiare il volume. Per me, una notte intera. A questo punto, maneggiare leggermente l'impasto, facendolo a "palle", circa 4 per uno stampo da plum kake normale, e posizionarle direttamente nello stampo con la cartaforno, a lievitare. Qui mi sono servite circa 4 ore. Ho infornato a 200 gr. per circa 30 min., pennellando a metà cottura con zucchero sciolto nel latte... e questo è il risultato!





Un nido di asparagi per uova di quaglia in camicia



Gli asparagi, la quaglia e il cipollotto...  per una breve favola sarebbe un titolo niente male, anche perché questi tre, messi vicini-vicini stanno proprio bene. Nel cercare di comporre l'idea, il mio percorso mentale poteva somigliare un po' alla storia dei musicanti di Brema: parte il primo protagonista (gli asparagi) con il suo bagaglio fatto di un gusto appena amarognolo, sodo quando è giusto al dente, ma certo da solo conclude poco. Raggiunge il secondo (le uova di quaglia) piccole e tondette, graziosissime in questa misura strana ai nostri occhi, troppo avvezzi a tutt'altre quantità. Certo anch'esse devono stare almeno in coppia; da sole non si scomodano perché non avrebbero abbastanza presenza. I primi accolgono ed abbracciano la piccola coppia e, se è vero che l'unione fa la forza, insieme sono un binomio noto ai più: Asparagi e Uova... le loro sinfonie si cantano ad ogni primavera.
Stanno così bene insieme che un morbido giaciglio è l'unico luogo dov'è giusto convolare: soffice, dolce e lievemente aspra, la crema di cipollotto in stile bernese accoglie questo nido di asparagi con le sue uova di quaglia in camicia... come nella bella storia dei musicanti di Brema, tre amici che insieme potranno esprimere il meglio di sé.
E giusto per non lesinare con i detti popolari, onoriamo anche quello secondo cui "si posson pigliare due piccioni con una fava"... una ricetta per due contest,  L'albero della Carambola e Il Gattoghiotto!

Nido di asparagi con uova di quaglia in camicia
e salsa bernese

 Salsa Bernese
ispirata alla ricetta de Il talismano della Felicità
di Ada Boni

170 gr. burro
3 tuorli
1 cipollotto
prezzemolo (io l'ho omesso)
4 cucchiai aceto di lamponi
4 cucchiaio di vino bianco Cartizze
grani di pepe Szechuan
sale rosa

Asparagi
Uova di quaglia
Aceto bianco
sale e pepe

Per preparare la salsa, tritare finemente il cipollotto e metterlo in un pentolino col fondo spesso e con vino, aceto e pepe. Bollire fino a ridurre un poco il liquido, poi con il frullatore ad immersione ridurre tutto a purea e lasciare intiepidire. Rimettere la purea nel pentolino ed incorporare i tre tuorli uno ad uno. A bagnomaria molto calda, incorporare il burro poco per volta, a pezzetti. Io ho usato una forchetta e pian piano ho "montato" questa salsa, dove il calore del bagnomaria fonde il burro delicatamente e la consistenza si fa morbida e cremosa.
Pulire gli asparagi, eventualmente pelandone la parte terminale, togliere il gambo legnoso e cuocerli al vapore, tenendoli molto ad dente.
In un pentolino a parte, portare ad ebollizione l'acqua con una mezza tazzina di aceto bianco. Rompere le uova di quaglia, 2 o 3 per ogni persona, dentro l'acqua bollente e cuocere per circa 3 minuti, in modo da rendere bianco l'albume ma lasciare cremoso il tuorlo.
Comporre il piatto con l'aiuto di un coppapasta per formare un nido con gli asparagi ben caldi. Delicatamente, sformarlo su uno specchio di salsa calda ed inserire le uova nel nido, che dovranno essere "schiumate" dall'acqua di cottura con un colino e gentilmente adagiate.

Mando questa ricetta alle Ragazze del blog L'albero della carambola che insieme con il pluristellato Claudio Sadler propongono il contest "La sfida del 2" Asparagi e quaglie


ed anche alla carissima Ambra con la sua Bottega di campagna, Aprile con gli asparagi e cipollotti


Cioccolatini al fondente e bianco rosato



Carissime amiche, dopo il post di ieri ho ricevuto molte bellissime conferme di sincera amicizia. Le vostre parole gentili mi hanno portata a riflettere sulla valenza che può avere, agli occhi dei figli, la presenza (amorevole) di una mamma ai fornelli. Inestimabile. Ho ripensato ad esempio al fatto che nel mio freezer praticamente si può volare tant'è vuoto, non compro quasi nulla di congelato, quel poco che ci entra è giusto perché a volte mi capita di prendere cose fresche in offerta, che allora tengo per scorta. Altre volte magari faccio del pane e allora ne metto via un po'. E' talmente piccolo, poi, che basta un chilo di pane e poco altro per riempirlo. Preferisco di gran lunga cucinare qualcosa di semplice e fresco; pur veloce che sia, trovo sia sempre meglio di qualcosa di preconfezionato.
Quindi Grazie di avermi aiutato ad elaborare ed allontanare almeno un po' questi stupidi sensi, per una colpa che sento solo Dentro di me, reataggio appunto di qualcun altro che non sono Io... perché di fatto, i miei figli non si sentono per nulla trascurati, anzi, dal loro punto di vista accade invece che passino di lì, davanti al cioccolato che sto sciogliendo e ne sentano il profumo. Allora si che è un daffare tenere lontane le mani dal piano di lavoro :)) Come con questi piccoli scrigni di dolcezza, che erano già pochini perché volevo solo capire com'erano, ma ne sono spariti cinque solo mentre prevaparavo e predisponevo per fotografarli!
Da un'idea che ultimamente ho visto in occasione della Pasqua su alcuni blog, io mi sono ispirata a Rossella,
ve ne offro uno, sono pochi ma prometto che ritenterò con altre versioni.

Cioccolatini al fondente e bianco rosato



per circa 12 pezzi
100 gr. cioccoalto fondente al 70%
100 gr. cioccolato bianco
2 tappini di alchermes
20 ml. di panna fresca
nocciole intere tostate

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, aggiungendo qualche goccia di acqua se tende a rimanere troppo granuloso. Quando è ben fluido, pennellare l'interno dei pirottini, magari tenendone due o tre uniti per ottenere una sorta di stampino un po' più sostenuto. Lasciarli raffreddare in frigo circa un quarto d'ora poi ri-scaldare nuovamente il cioccolato e pennellarli una seconda volta.
Mentre si raffreddano, sciogliere a bagnomaria in un altro pentolino, il cioccolato bianco insieme alla panna ed all'alchermes. Per quest'ultimo, regolarsi secondo il proprio gusto senza eccedere, la tonalità di colore che dona questo liquore può rimanere anche più lieve, il gusto invece è sempre piùttosto presente. Aiutandosi con due cucchiaini bagnati, riempire i pirottini di cioccolato con la ganache così ottenuta e, prima che si raffreddi, inserire una nocciola per ogni pirottino.
Lasciare raffreddare in frigo.
Rossella spiega bene anche come temprare il cioccolato, ma io ho semplificato ed ho lasciato poi i bon bon nel loro pirottino.
Questi che vedete in foto sono quelli che ho voluto provare a fare con un mirtillo essiccato all'interno, che le mani ladre hanno gabbato, preferendo la versione con le nocciole, gran lunga la più bella ed azzeccata.
Ho sbriciolato del biscotto al cacao sulla superficie, ma sarebbero carinissimi anche dei confettini argentati, che non ho trovato al supermercato.
Vi assicuro che il contrasto tra il gusto del fondente e del dolce bianco-rosato si è rivelato una grande sorpresa!

Le mini tortine al grano saraceno... e il senso di colpa


Domenica era una di quelle giornate da lupi, pioveva e faceva pure freddo pur essendo a metà aprile, ma nonostante tutto è stata una giornata che per niente al mondo vorrei scambiare con certe domeniche estive, afose all'inverosimile.
Domenica a vevamo in casa anche i due cuginetti, che hanno la stessa età dei miei due figli: paradossalmente è  più facile gestire quattro bambini in questo modo, che si sono reciprocamente intrattenuti per ore, piuttosto che due da soli, che continuano a stuzzicarsi e litigare.
Sono state ore preziose per me, in cui mi sono potuta dedicare con l'attenzione dovuta, a dispensa e frigo pieni di ingredienti, comprati come sempre sull'onda di un ricordo, di una certa ricetta che a tutti i costi voglio provare e che andavano cucinati.
Man mano passava il tempo mi rendevo conto di una felicità profonda che mi veniva dal poter fare, con tranquillità, cose per le quali normalmente mi censuro, perché spesso ho una sensazione profonda di sprecare del tempo cucinando invece che dedicare attenzione ai bambini.
Mi rendo conto che questo è un retaggio familiare da parte della mia mamma, che da sempre è una donna molto orientata al lavoro piuttosto che agli aspetti domestici della famiglia, in particolare la cucina. Proprio per questo fin da quand'ero bambina, mentre lei lavorava -il suo laboratorio era al piano terra di casa nostra- io me ne stavo di sopra a fare compiti, accudire fratellini, avviare la cena e, solo poco più grande, anche a pensare alla spesa.
Se è vero quel che si dice "quando di necessità si fa virtù", allora riconosco che la mia passione per la cucina è iniziata così e trovo giusto ringraziare mia madre per essere quello che E'. Grazie a questo suo aspetto, io sono diventata quello che sono, quasi per compensazione :)
Ma... ma devo anche dire che la sua grande indifferenza verso il cibo la porta a considerare inutile il tempo che dedico alla cucina. Eccolo qui il gancio emotivo grazie al quale ancora mi censuro, mi costringo a fare le cose di notte, nei ritagli di tempo di alcune pause pranzo.
Però domenica mi sono presa una grande rivincita, la felicità che mi sono potuta godere non la posso descrivere, se non attraverso le felici sfumature di rosa che mi hanno ispirato queste foto.
Grandissima soddisfazione anche degli stessi bambini, che una volta tanto hanno apprezzato il miei risultati. Questi sono appunto tra i prodotti di maggiore gradimento.
Si tratta di una  ricetta trovata da Sabine del blog Due bionde in cucina, una ricetta che trovo un tributo bellissimo ai prodotti del Trentino, regione che amo particolarmente.
Le dosi originali sono molto abbondanti, io l'ho realizzata proporzionando le quantità alle mie abitudini e con un paio di modifiche.
Il risultato è stato molto, molto sorprendente, sono venute delle minitortine profumatissime e frangranti, rustiche ma anche eleganti che spero vi solleticheranno... con una tazza di thé o un buon bicchiere di latte sono perfette.


Tortine di grano saraceno con mele e nocciole
ai mirtilli rossi


100 gr. farina di grano saraceno
50 gr. farina 00
100 gr. nocciole non pelate
100 gr. zucchero di canna
(io il Muscovado di Altromercato Equo Solidale)
100 gr. burro
3 uova
1 mela
1 manciata di mirtilli rossi essiccati
1/2 bustina di lievito per dolci

Ho usato il bimby. Polverizzare le nocciole per ottenere la farina di nocciole. Miscelare anche le altre farine e tenere da parte. Nel bimby, montare lo zucchero e le uova con la farfalla, per un paio di minuti a velocità 5. Aggiungere il burro fuso e la mela grattugiata. Togliere la farfalla e con le lame in movimento, aggiungere le farine ed il lievito. Ad impasto bene amalgamato, versare nei pirottini di carta, riempiendo fino a 3/4. Distribuire qualche mirtillo sulla superficie e cuocere in forno a 180° per circa 22 min. ma regolatevi secondo il vostro forno.






Mando questa ricetta a Federica, per il suo contest sullo zucchero muscovado. Non ho trovato ancora in commercio il Bron Sugar, ma non dispero!


Tortino di polenta con spinaci e fonduta


Quando Paola e Kika mi hanno proposto di partecipare al contest di Scorribande in cucina, mi è subito piaciuta l'idea, preparare un piatto per un menù tutto d'oro... dalle canzoni dello Zecchino d'oro!! Con noi, anche la mitica Marinella ha accolto l'invito :)... Devo dire che da piccola ho seguito poco il grande Zecchino, qualche canzoncina è anche nella mia memoria, ma mi sono fidata di Paola e dopo un furibondo scambio di mail ecco qua il simpaticissimo nonché super appetitoso menù

Un menù d'oro zecchino


Antipasto: Il valzer della polenta di Cinzia, Tortino di polenta con spinaci e fonduta  




Per una "polentona" purosangue come me, il Valzer della polenta non poteva essere uno spunto migliore.
Anche solo il ripensare quante domeniche mia mamma ha cucinato il coniglio con le patate e l'immancabile polenta, mi riporta di colpo "all'atmosfera culto" dei miei anni migliori.
Questa volta però, data l'intenzione di interpretare la polenta in modo insolito e più leggero, ecco questo tortino, in ricordo delle volte (tantissime) in cui non mi andava di mangiare carne però non potevo rinunciare ad una pallotta di polenta appena scodellata, dentro cui racchiudevo del gorgonzola che si scioglie al caldo... e qualche scaglietta di grana messa sopra. Fantastico!

Tortino al gorgonzola con spinaci e fonduta di parmigiano



Polenta - secondo la vostra migliore ricetta
gorgonzola dolce
spinacini freschi
cipolla
olio, sale e pepe

Per la fonduta
30 gr. parmigiano
un cucchiaio di burro
poco latte per stemperare

Preparare la polenta, che viene benissimo anche con la farina istantanea, pronta in meno di dieci minuti.
Saltare gli spinaci, lavati ed asciugati, in poco olio e con la cipolla finemente tritata.
Ungere degli stampini (io quelli in alluminio per la pannacotta) e riempirne metà con la polenta, poi inserire il gorgonzola (ma se preferite potete fare un mix di formaggi fondenti), chiudere con altra polenta e sformare immediatamente, sul piatto. Completare con gli spinaci ben caldi ed una bella cremina di formaggio, preparata all'ultimo momento stemperando il parmigiano con poco burro e latte in un pentolino.
Un giro di pepe renderà ancora piùù gustoso il tutto.
Nota: questo piatto, in dosi maggiori può tranquillamente diventare un ottimo piatto unico, completo, gustoso e pure gluten-free.

Questa ricetta partecipa al contest Metti una sera a cena di Francy, del blog Scorribande in cucina, per il Menù d'oro zecchino, insieme con Paola, Kika e Marinella..




Estonian Kringle


A vederlo così, fa una scena incredibile, io ne sono rimasta stregata da quando l'ho visto per la prima volta da Laksmi, ma poi anche da Patrizia, da Claudietta e da Edda, dove ho poi trovato un link ad una pagina in cui c'è una intera raccolta di versioni. Mi sono decisa: l'impasto è solo una delle versioni di panbrioche che ho fatto ultimamente. La particolarità è nel modo di intrecciare i filoni, con cui si ottiene questa bella corona... mi piace da matti!
Il dolce, con questi ingredienti e spezie, è tipico dei paesi nordici, dove il grande freddo ne fa desiderare ed in particolar modo apprezzare la morbidezza e la fragranza. Certo anche da noi con le temperature di oggi, una bella tazza di thé fumante e una fetta morbida, vi assicuro erano davvero perfette!

Estonian Kringle



400 gr. farina manitoba
100 gr. farina integrale
200 gr. latte
40 gr. di burro morbido
50 gr. di zucchero semolato
1 uovo
1 cubetto di lievito fresco (20 gr.)
la punta di un cucchiaino di sale
4 baccelli di cardamomo
Per farcire:
40 gr. burro (io quello chiarificato)
50 gr. nocciole tritate
1 cucchiaino cannella in polvere
2 cucchiai colmi di zucchero di canna muscovado
Miscelare le due farine in una ciotola.  Preparare l'impasto, io l'ho fatto con il bimby (ma potete farlo a mano, o nella macchina del pane o anche in un mixer), inserendo gli ingredienti con questo ordine:
latte tiepido, lievito, zucchero, metà della farina, sale, burro morbidissimo, sale, la farina rimanente, i semi dei baccelli di cardamomo ben pestati e l'uovo. Impastare.
Rovesciare poi l'impasto sul tavolo infarinato, lavorare con le mani fino a formare una palla, che va lasciata lievitare in luogo tiepido per circa due ore, l'ideale è il forno spento ma con luce accesa, che mantiene un tepore ottimo. Trattandosi di un impasto tipo panbrioche, potreste anche lasciare la ciotola (coperta con una pellicola) per una giornata in frigo, a maturare. Quando lo riprenderete, basterà lasciarlo al tiepido affinché la temperatura torni quella dell'ambiente (con questo freddo potete avvalervi del forno spento, con la tiepida lucina accesa).
Spianare l'impasto in una sorta di rettangolo spessore circa mezzo centimetro, sulla carta forno.
Spalmare la farcitura: il burro bello morbido amalgamato con la nocciola tritata, la cannella e lo zucchero.


Arrotolare il rettangolo, aiutandosi con la carta forno, fino ad ottenere un cilindro. 


Tagliare come in foto, per il verso lungo, ottenendo due filoni, che andranno attorcigliati uno con l'altro.
Il "torciglione" così ottenuto, va poi disposto ad anello. 



Si creeranno in maniera del tutto naturale le bellissime pieghe che vedete in foto. Porre a lievitare ancora un paio d'ore al tiepido e infine cuocere, in forno a 180°-190, mettendo nel forno una piccola ciotola con acqua.

NOTE: se non avete il cardamomo (o magari non ne amate il gusto) non importa, verrà buonissimo lo stesso... e ci si può divertire a cambiare  quei 100 gr. di farina che io qui ho messo integrale, con farina di kamut, oppure farina di castagne o di riso... cambiando leggermente l'aroma finale, insomma "interpretando" alla vostra maniera. Anzi, invece delle nocciole potrete mettere del cioccolato, o i canditi d'arancia... Sarà sempre ottimo.
Unica nota, meglio consumarlo in fretta perché tende è un impasto che tende ad indurire in breve tempo.

Torta Pasqualina... un fiore per gli auguri!



Quest'oggi è un giorno prefestivo, nel quale fervono i preparativi per domani... si pensa alla spesa ed al preparare con amore quello che vorremo proporre ai nostri cari per allietare e dare significato ad una giornata come la Pasqua. Anch'io non faccio eccezione, se però ci mettiamo che anche oggi sarò in negozio e che per domani ho promesso, per il pranzo di famiglia, due teglie di lasagne... e non ho ancora fatto la spesa, già si vede profilarsi per me una giornata senza ritagli di tempo da sprecare.
Però prima di  buttarmi nel circuito delle corse, non voglio mancare di farvi il mio augurio più sincero perché in questi due giorni vi diate la possibilità di sentirvi più autentici, di fare delle belle passeggiate nella natura e, attraverso questo, sentire di appartenere fortemente a questo mondo. Vi auguro di riuscire a respirare a fondo quell'aria profumata di bosco, che porta con sé i profumi più freschi e frizzanti della primavera, di sentirla entrare dentro fino in fondo e ripulire dalle pesantezze che spesso ci si porta appresso come zavorre inconsapevoli. E vi auguro di sentire tutto questo come una cosa "sacra".
Per farlo... un fiore colorato di rosa. La classica torta Pasqualina, rivista con un occhio di riguardo al colore della pasta, che per quest'occasione si veste di rosa.

Torta Pasqualina in rosa


pasta brisé
250 gr. farina 00
80 gr. barbabietola cotta
50 gr. olio extrav.
1 albume
sale

per il ripieno
300 gr. spinacini freschi -pesati già cotti-
100 gr. ricotta
30 gr. parmigiano
50 gr. scamorza o caciocavallo
1 tuorlo
sale, pepe

Preparare la pasta brisé: ridurre in polpa la barbabietola rossa nel mixer; aggiungere poi tutti gli ingredienti e lavorare fino ad ottenere un impasto molto elastico. Raccoglierlo sulla spianatoia e formare una palla, da tenere a riposo in frigo per una buona mezzora, magari ungendola prima con un velo d'olio.
Preparare il ripieno amalgamando in una ciotola tutti gli ingredienti: gli spinacini (o magari anche un mix di erbette verdi, a vostro piacere) vanno prima cotti da soli, come più preferite: magari saltati in padella con poco olio ed un soffritto di cipolla, come ho fatto io, o se preferite solo al vapore.
Il parmigiano va aggiunto grattugiato, mentre la scamorza va tritata grossolanamente, anche col mixer per fare più in fretta. Regolare di sale e pepe e procedere ora a stendere la pasta, su un grande foglio di cartaforno.
Io, come vedete, ho voluto ricavare una sorta di fiore: ho steso un grande disco, spessore 3 o 4 mm., molto più ampio della misura della mia tortiera. Poi ho sagomato i bordi usando prima un piccolo stampino rotondo di quelli per biscotti. Ho premuto leggermente, per dare la traccia di un semicerchio per ogni petalo, seguendo una circonferenza poco più ampia della mia solita tortiera. Poi, con un coltellino appuntito ho seguito il profilo tutto ondulato, ricavando una sorta di grande margherita, tutta rosa :)
Quindi ho riempito il fiore con  il ripieno, lasciando pulita la fascia dei petali. Al centro ho messo il tuorlo e poi ho ripiegato i petali verso il centro. Tutto questo lavoro l'ho fatto sulla spianatoia, ancora sulla cartaforno. Il foglio l'ho poi trasferito direttamente sulla teglia del forno..
Prima di infornare ho pennellato con olio il bordo ed i petali, perché non si seccassero, rischiando di perdere quel bellissimo rosa che avevano. Cuocere in forno per circa 25 min. o comunque regolatevi secondo il vostro forno... Buona Pasqua!


Cestini di triglia e patate in salsa di ribes


Eccoci come di consueto al nostro appuntamento per la prima ricetta in rosa, legata al Colors & Food, What else? di Aprile, il Rosa.

Tra le varie prove fatte in questi giorni ho scelto di proporvi questa, che mi è parsa insolita negli accostamenti di sapori, semplice e senza fronzoli ma che alla fine si è rivelata una piccola sorpresa... il mix dei gusti è particolare. E poi è molto molto leggera, la presenza della panna è relativa ed è a mio parere sostituibile con yogurt greco oppure robiola freschissima stemperata nel latte.

Non mancherò, nei prossimi giorni di pubblicare anche le altre ricette, tutte con la presenza di questo colore che pare ovvio e scontato, ma in cucina non lo è per nulla.
Vi aspettiamo a braccia aperte, Valentina  ed io, sappiamo già che ci "stupirete con effetti speciali" e per noi sarà una vera gioia!

Cestini di triglia e patate al vapore
in salsa di ribes



per 4 persone
8 filetti di triglia freschissima
4 patate piccole o 2 grandi
1/2 bicchierino di Porto
1 cestino di ribes da circa 120 gr.
1 punta di cucchiaino di miele chiaro
150 ml. panna fresca
timo fresco, sale, pepe (io quello di szechuan)

Preparare le patate sbollentandole con la buccia, pelarle e farle a dadini piccoli. Scegliete la versione a pasta dura in modo che restino compatte al taglio e tenetele al dente. Salare i filetti di triglia e comporli, a due a due, in modo da formare un cestino, aiutandovi pure con degli stuzzicadenti, che poi potranno essere tolti. Riempire ogni cestino con le patate a dadini.Per la cottura, io ho usato il microonde con un piatto apposito per le cotture a vapore, e per due cestini sono bastati 4 minuti!
Lavare ed asciugare il ribes, aggiungere il miele e scaldarlo in pentola schiacciandolo bene con una forchetta, sfumare col Porto. Lasciare ridurre brevemente e stemperarvi la panna. A questo punto io ho passato con minipimer e poi filtrato per togliere i semini. La salsa è risultata molto liscia. Ho regolato di sale e poi ho impiattato, con la salsa a specchio sul fondo, i dadini di patate e foglioline di timo nel cestino e del pepe macinato al momento. Qualche ribes a decorazione renderà il piatto più scenografico.
Per questa semplicissima esecuzione si possono usare anche degli stampini di alluminio foderati di cartaforno e messi a cuocere in forno con già le patate dadolate inserite al centro.. come a voi risulta più facile.

Banana Bread e... l'ispirazione che dorme


Sono giorni di assenza d'ispirazione, di lentezza nel processare le cose da fare, ovvero nel coordinare le mani e la mente... non so se capita ami anche a voi di sentirvi con le pile "low-level". Ecco, in cucina ed anche in casa, questi giorni per me sono così. Faccio molta fatica a tirar fuori un'idea da mettere in tavola, che non siano le solite cose scandalosamente semplici. Appena ho un attimo in più, mi attacco ai miei "pizzini", foglietti pieni di annotazioni ed idee che scattano facendo visita nei vostri blog e soprattutto, durante la spesa, faccio il pieno stratosferico di cose da cucinare..
Salvo poi trovarsi al momento di spadellare per la cena, con il piano della cucina zeppo di roba da far andare, le mani che pizzicano qua e là e la testa vuota. Pazienza, l'ispirazione prima o poi si sveglierà.
Intanto stamattina in ufficio ho aperto un cassetto per prendere dei documenti e immediatamente mi avvolge un profumo di banana matura: il cassetto è sopra quello dove la mia collega tiene i suoi spuntini spacca-fame e a volte porta anche della frutta...  una banana stazionante da giorni e giorni, completamente nera ma a sorpresa, ancora piuttosto soda. Prontamente la preparo in borsa già sapendo che fine avrebbe fatto... ispirazione sveglia in un attimo! Oggi pomeriggio, un giretto tattico da Federica, che per me è la specialista dei cake (con o senza banana) ed ecco qua cosa è saltato fuori.
Tra le varie ricette trovate da Federica ho fatto un mix, modificando una versione con il grano saraceno. Ne è uscito un dolcino di una morbidezza da libidine, profumato e leggero come pochi. Assolutamente da provare.
Bisogna che confessi, però, che dal cassetto tattico della mia collega, che viene di pomeriggio mentre io ci sono la mattina, alle volte ho pescato un pacchetto di cracker o dei biscottini, perché sempre di fretta come sono io, mica mi viene in mente di portare qualcosa ed allestire un cassetto dello stesso tipo per me... noooo, dico sempre che mi basta un cappuccio a metà mattina. Però uno spuntino ogni tanto lo gradisco davvero e meno male c'è la sua cambusa :) Quindi bisognava pareggiare i conti ed oggi pomeriggio il cake l'ho portato a lei, dopotutto la banana era sua!
Noi ci siamo accontentati di un avanzino di impasto che è bastato per riempire un mini stampo Ikea.


Banana bread al grano saraceno


200 gr. farina 00
100 gr. farina di grano saraceno
180 gr. zucchero
170 ml. latte
2 banane molto mature
2 uova
2 cucchiai olio (io olio di riso)
30 gr. nocciole tritate grossolanamente
20 gr. uvetta ammollata nel liquore (a chi piace)
succo di mezzo limone
1 bustina di lievito

Nel bimby, ho messo le uova con lo zucchero, il latte e l'olio, a velocità 4. Poi, con le lame in movimento ho messo le banane a pezzetti, aumentando al velocità a 5. Sempre con le lame in movimento ho aggiunto le farine precedentemente pesate. Ho messo anche il liquore usato per ammollare le uvette (marsala). Infine il limone ed il lievito. Per ultimo, abbassando a velocità 2, le nocciole tritate.

Ho versato in uno stampo rivestito di carta forno. Le uvette sono state aggiunge direttamente in padella, avendo cura però di infarinarle prima, per evitare che vadano tutte sul fondo durante la cottura.
Cuocere in forno già caldo a 170° per circa 40 min. ma controllare con lo stecchino.
Nella nostra versione mini-cake ho omesso le uvette, che non piacciono ai bambini, ma io le adoro :).
© ESSENZA IN CUCINA

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